Firenze Oltrarno.

All’angolo di piazza de’ Nerli scorgiamo una sorta di galleria d’arte, quel che potrebbe sembrare una piccola bottega artigiana, incorniciata da grandi vetrate luminose.

Si tratta del ristorante Atelier de’ Nerli, un intimo bistrot, al centro del quartiere di San Frediano. Il proprietario è Daniele Cavalli, artista e designer, figlio dello stilista Roberto.

Entrando, il tempo sembra essersi fermato: divani in velluto dai caldi toni, specchi ricercati, pareti rosa a tratti nascoste dai tessuti e dai cristalli delle lampade.

All’interno di questa magica atmosfera, la proprietà ha deciso di inserire le nostre rubinetterie e accessori, sia all’interno della toelette che nel bar alla vista dei clienti.

Durante un sabato mattina in attesa della riapertura, abbiamo avuto il piacere di poter parlare con lo chef Gianluca Camilotto, di origine piemontese, innamorato della cucina toscana dopo aver sperimentato i piatti di tutto il nostro paese.

Chef, raccontaci il tuo percorso e cosa ti ha trattenuto a Firenze?

Ho viaggiato molto su e giù per l’Italia toccando città come Taormina, Bologna e Milano, prima di entrare nelle storiche trattorie fiorentine.

Arrivai in centro a Firenze una mattina all’alba, dopo aver viaggiato di notte, proprio quando stavano aprendo le piccole botteghe. Fu un momento magico.

Mi innamorai di questa città, decidendo di mettere radici, perchè con i suoi sapori ed i suoi profumi rappresenta per me l’equilibrio della cucina.

I prodotti toscani a mio parere sono tra i migliori, l’olio di queste campagne non ha eguali e quest’ultimo è l’ingrediente fondamentale della mia cucina.

Se è buono, in qualsiasi piatto, da un tocco preciso per colore, profumo e sapore. Lo riconosci. E’ unico, è raro.

 

Raccontaci ingredienti ed influenze della tua cucina.

Influenze tantissime, dovute ai lunghi viaggi, per ogni città mi sono trattenuto ingredienti ed idee che ho fatto mie.

La cucina di adesso si è trasformata moltissimo, se prima era incentrata molto sulla carne, adesso vengono apprezzate tantissimo anche le verdure.

Qui a Firenze per esempio, collaboro con chef impegnati nella cucina vegana, per rubare con gli occhi quello che non conosco.

Mi piace scoprire ed imparare nuovi connubi, per poter allargare il mio bagaglio e regalare ai miei clienti sempre qualcosa di nuovo.

Cosa caratterizza la cucina di Atelier de’ Nerli?

La nostra è una cucina leggera e semplice, caratterizzata dal cambio stagionale del menù, con prodotti fatti arrivare direttamente dal luogo di pesca caccia allevamento o coltivazione.

Adoro i veri piatti toscani: poveri e semplici, ma di sapori autentici.

Voglio che questi siano riconosciuti, non solo per gli ingredienti ma anche per le lavorazioni e gli abbinamenti.

Vivo per tre ingredienti: l’olio buono, la spezia perfetta e la verdura azzeccata.

Nella cucina semplice riconosci la grande mano di uno chef ed è più difficile nascondere gli errori.

 

E chi invece si è occupato del design del ristorante?

Sulla struttura dell’atelier, la mano è di Daniele. Qui trovi il suo salotto ed il suo stile. Come negli ambienti che ama frequentare ha prediletto il calore e l’armonia.

Si è particolarmente divertito con gli artigiani, come con le Rubinetterie Fiorentine, andando a colpo sicuro in merito a colori e linee, avendo già in testa cosa donare ai suoi clienti.

Per ogni angolo abbiamo scelto un artigiano e la sua particolarità; ed è questo il segreto per raggiungere un colpo d’occhio molto ricercato. E’ stato bello far tornare a lavorare gli artigiani, portando sotto i “riflettori” attività che stanno sparendo ed è una battaglia che vogliamo portare avanti.

Abbiamo cercato di curare tutto, dal più grande al più piccolo oggetto, come per piatti in ottone o i bicchieri di cristallo, che necessitano di una particolare cura, ma permettono di realizzare mise en place uniche nel loro genere.

Abbiamo cosi cercato di ridar vita ad una piazza importante, che fa da ingresso ad uno dei quartieri più frequentati di Firenze.

Nonostante tutto, pensiamo al futuro e lo vediamo in un’attività con la scelta di infusi e tè particolari per una merenda pomeridiana, che la sera offra cocktail sempre nuovi e ricercati.

Vogliamo così creare “un’industria” che lavori dalla mattina fino alla sera.